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EDIZIONE 2024 DEDICATA A

Gianfranco Broli

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Gianfranco Broli, nato nel 1951, di professione muratore, inizia la sua attivita’ amatoriale di attore negli anni ottanta, nella compagnia teatrale “La concordia” di Gavardo (BS), suo paese di origine. Nel 1990  contribuisce in maniera determinante alla fondazione della “ compagnia teatrale Fil de Fer” di Villanuova sul Clisi (BS), con l’intento di proseguire l’impegno e l’amore per il teatro profusi dal compianto curato Don Diego Dabusi, divenendone a tempo pieno un insostituibile attore ed un infaticabile scenografo; da allora infatti non e’ mai mancato nelle 32 commedie e 3 farse messe in scena sino al 2019, anno della sua repentina scomparsa causa una breve ma inesorabile malattia, per un totale di piu’ di 600 spettacoli su palcoscenici di tutta la provincia, compresa la partecipazione anche a rassegne provinciali, regionali e nazionali. 

Gianfranco aveva un grande dono, quello di far ridere la gente grazie ai suoi tempi comici perfetti, al suo spiccato senso dell’umorismo ed alla sua particolare capacità di improvvisazione. “Sentiva” il pubblico e quando entrava in scena la gente applaudiva felice. Lui, che all’apparenza sembrava una persona timida e “seria”, sul palco si trasformava, inventando pure gag e battute; non a caso ha ricevuto personalmente tre importantissimi premi:

  • Miglior attore non protagonista al concorso “El rial” tenutosi nel 2017/2018 presso il “Teatro Bonoris” di Montichiari

  • Miglior macchietta al Festival “Leonessa D’Oro” nel 2005

  • Miglior macchietta al Festival “Leonessa D’Oro” nel 2017

Con innata umiltà sosteneva sempre che il suo premio migliore gli era assegnato dal pubblico, quando rideva ai suoi lazzi ed alle sue caricature comiche.

Per comprendere pienamente il suo autentico amore per il teatro dialettale, è sufficiente sapere che poco prima della sua scomparsa, molto debilitato dalla malattia, ha voluto redarguire di persona la sua compagnia teatrale, che aveva deciso di sospendere la messa in scena della nuova commedia in suo rispetto, con queste parole: “avanti apo’ sensa de me, e nighen fòra che sì za en ritardo”. Sicuramente non si poteva non obbedirgli, certi ad ogni modo della sua “palpabile” presenza ogni volta sul palcoscenico, come sempre avvenuto per trent’anni con i suoi fraterni amici attori.

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